Il 1861, l’anno dell’unità d’Italia, segna anche l’inizio di un periodo di particolare importanza per il nostro Paese, ma soprattutto per la città di Milano, che si apre con la morte di Camillo Benso conte di Cavour e con la conseguente “tempesta” culturale di cui i principali protagonisti sono un gruppo di giovani, tra i 20 e i 35 anni, per lo più scrittori lombardi ricchi di ingegno e creatività: gli scapigliati.
La Scapigliatura è la maggiore rappresentante della crisi e confusione che segue, tra i letterati, l’unità d’Italia e testimonia, in modo del tutto rinnovato, il passaggio dalla poesia alla prosa.
Milano rappresenta la città ideale per l’affermazione del movimento scapigliato, non solo perché rievoca l’atmosfera nebbiosa dei navigli, cara a molti poeti, o per gli atteggiamenti anticonformisti che vi si incontravano, ma soprattutto perché, in questa città, i letterati vengono in contatto per la prima volta con le contraddizioni che l’urbanesimo moderno comporta in particolar modo nella percezione della realtà.
Un percorso guidato alla scoperta dei personaggi della Milano scapigliata, da artisti come Tranquillo Cremona, morto prematuramente, ai fratelli Boito e Amilcare Ponchielli, figure chiave della lirica Ottocentesca italiana.