L’influenza spagnola, nota anche come la Spagnola o la Grande influenza, fu una pandemia influenzale che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo e che spazzò il pianeta come una piaga biblica.
Fu chiamata così non perché veniva dalla Spagna, ma perché i primi a parlarne furono i giornali spagnoli. Infatti, la stampa degli altri Paesi, che era sottoposta alla censura di guerra, negò a lungo che fosse in corso una pandemia, sostenendo che il problema fosse confinato solamente alla Spagna. In alcuni casi la censura fu talmente opprimente che si arrivò addirittura a proibire il suono delle campane a morto, per evitare che i loro continui lugubri rintocchi indicassero l’entità di quel morbo che tanto si voleva nascondere.
L’epidemia scoppiò a ridosso della Prima guerra mondiale e fu quasi con certezza favorita dalle condizioni umane e igieniche in cui dovettero combattere i soldati sui vari fronti, all’interno delle trincee. Molto probabilmente fu trasmessa dai soldati americani che sbarcarono in Europa dal 1917 per prendere parte alla Grande Guerra. In soli 18 mesi l’influenza contagiò almeno un terzo della popolazione mondiale. Le stime sul numero dei morti variano enormemente, da 20 a 50 o addirittura 100 milioni di vittime.
Molte sono le similitudine con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ma la differenza che la distingue nettamente dal Covid 19 è che il suo tasso di mortalità fu insolitamente alto tra le persone sane di età compresa tra 15 e 34 anni.
Milano non fu esente da questa terribile pandemia: ogni giorno a Milano veniva pubblicato un bollettino dell’influenza con i numeri dei morti e dei contagiati. Fu pubblicato un decalogo in cui si invitava a fare gargarismi con acque disinfettanti e a non sputare per terra per evitare di diffondere la pestilenza, si consigliava di viaggiare in ferrovia il meno possibile e di evitare contatti con persone.
Moltissime vittime milanesi sono state sepolte nel cimitero degli illustri meneghino, come per esempio la giovane Jole Ranza, per la quale lo scultore Domenico Pecora scolpì un suggestivo monumento decandente e macabro intitolato Avida Mors, nel quale viene raffigurata l’anima senza veli della giovane ragazza morta durante la spagnola a soli diciannove anni.
Un tour suggestivo per riscoprire storie di milanesi tragicamente morti durante la Spagnola e per approfondire la conoscenza del Cimitero Monumentale di Milano.
Informazioni pratiche
Costo del tour: 14 euro per adulti, 8 euro per ragazzi under 14 anni, gratuito per bambini under 8.
Pagamento anticipato via bonifico o paypal (con piccola maggiorazione a carico del cliente)
Durata del tour: 2 ore
Ritrovo: ingresso principale Cimitero Monumentale. L’incontro con la guida per il check in è fissato sempre 10 minuti prima dell’orario di visita.
Per il regolamento completo durante emergenza Covid 19 consulta pagina dedicata
Due giorni prima della visita vi verrà inviata una mail di promemoria con ulteriori dettagli per l’incontro.
Visita NON teatralizzata, totalmente in esterno e confermata anche in caso di pioggia o maltempo.